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Castel del Piano (GR) è un comune con poco più di quattromila abitanti, distante dal capoluogo circa 56 km. Il centro è situato sulla vetta di una delle propaggini collinari occidentali del massiccio montuoso di origine vulcanica del Monte Amiata.
« Ad occidente l'Amiata digrada fino alla Maremma Senese e guarda Casteldelpiano (che è un paese situato alle radici del monte) e che per la bellezza del luogo, per la comodità della posizione e per l'amenità del paese, senza dubbio è il primo tra quanti sorgono su quel versante. È irrigato da fonti limpidissime e, fino a mezzo giro di mura, circondato da un fiumicello di acqua perenne. Quel nome gli fu dato perché sito su un ubertoso piano che si estende per circa un miglio, verdeggiante di alberi e ridente di prati e campi lavorati. »
Il territorio comunale confina a nord con i comuni di Montalcino (SI) e di Seggiano, a est con il comune di Abbadia San Salvatore (SI), a sud-est con il comune di Santa Fiora, a sud con il comune di Arcidosso, a ovest con il comune di Cinigiano. Si estende per una superficie complessiva di 67,78 chilometri quadrati ed ha una densità di popolazione pari a 63,90 abitanti per chilometro quadrato.
Il centro del comune si trova a 637 metri sopra il livello del mare; peculiare risulta essere la configurazione territoriale del comune che risulta compreso tra i 93 e i 1.738 metri sul livello del mare. L'escursione altimetrica complessiva è quindi pari a ben 1.645 metri. A livello territoriale, infatti, il territorio comunale occupa l'area pianeggiante della Val d'Orcia grossetana, annoverabile nella Valle dell'Ombrone, le zone collinari che delimitano la valle del corso d'acqua e gran parte dell'area del Monte Amiata che spazia dalle propaggini occidentali alla vetta.
Il territorio comunale di Castel del Piano è caratterizzato da microclimi diversi, in base all'altitudine e all'esposizione.
L'area pianeggiante lungo il corso del fiume Orcia ha caratteristiche molto simili a quelle che si riscontrano nella pianura maremmana, tanto da essere annoverata tra le aree a clima mediterraneo. Le aree collinari e montuose hanno caratteristiche che variano dal clima sublitoraneo a quello subcontinentale, pur facendo registrare temperature medie superiori a quelle che si registrano, a parità di altitudine, sul versante senese del Monte Amiata, grazie alla più favorevole esposizione verso sud e verso ovest.

Frazioni : Montegiovi,Montenero.

La Chiesa Madonna delle Grazie













La facciata in concio di peperino è stata terminata solo nel 1932, di stile rinascimentale, nella parete laterale, in Via San Giovanni, si trova un nicchione per la "raccolta degli oboli a riscatto degli schiavi cristiani" (1656); l'edificio commissionato nella metà del sec. XV, officiato dal 1504 e ampliato nel 1512. Sulla parete destra dell'unica navata vi sono i dipinti "Madonna del Carmine" di Francesco Nasini (1611 o 1621 - 1695) e la "Madonna del Rosario con Santa Caterina da Siena, San Domenico, San Francesco d'Assisi e Papa Pio V" sec. XVII. Sulla parete di sinistra si nota la tela dell'"Immacolata Concezione" di Anna Muschi di Castel del Piano e Alessandro Teerlink del 1838, copia di un'opera originale del pittore spagnolo Murillo che si trova attualmente al museo dell'Ermitage di San Pietroburgo. Sullo scenografico altare settecentesco dello svizzero Cremoni si può ammirare una tavola su fondo oro derivata da Sano di Pietro (1460 - 1481), rappresentante la "Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e San Bartolomeo e angeli"; il retro, parzialmente visibile dal coro ottocentesco, rappresenta l'ideogramma di San Bernardino, forse per l'influsso del vicino Convento (fondato nel 1221) del Santo al Colombaio nel Comune di Seggiano (di cui purtroppo oggi rimangono solo rovine). Di questa Madonna vi sono alcune copie: una si trova nel Museum of Art di El Paso (Texas, U.S.A., da taluni ritenuta l'originale), un'altra in Vaticano, dipinta da Gioacchino Sorbelli (1742, attivo fino al 1784) nel 1771 e un'altra ancora, detta la "Madonna Ginanneschi" probabilmente seicentesca e opera di Francesco Nasini (attualmente presso il Palazzo Nerucci). Nella parete sinistra in alto della navata "Assunzione della Madonna - stendardo della compagnia della SS. Vergine Assunta" dipinta nel 1759 da Apollonio Nasini (1692 - 1768), probabilmente usata durante la traslazione della Madonna delle Grazie a Siena nello stesso anno. Ultima curiosità: sul portone è scolpito un "simbolo massonico" (un compasso) inserito nello stemma che dovrebbe appartenere alla famiglia Maestripieri.